Nel mondo si contano ormai più di 3 milioni di contagi e, purtroppo, circa 230.000 morti. Numero destinato ad aumentare.
La pandemia non ha risparmiato nessuno e ha colpito tutti i Paesi del mondo, lo ha fatto però con differente intensità e, anche, differente interesse e copertura da parte dei Media.
Le conseguenze della crisi sanitaria stanno avendo un impatto gigantesco sulla società e sulle economie di ogni Paese nel globo.
“Rischiamo di non aver soldi per mangiare”, mi dice un collaboratore in Madagascar, uno dei Paesi più poveri d’Africa.
Dopo enormi sforzi, ariary dopo ariary, nonostante il lavoro come guida non renda molto e nel Paese valga la regola per cui “meglio lavorare gratis nella speranza di ricevere mance che non lavorare affatto”, è riuscito a metter su la sua agenzia da Tour Operator. Si sono impiegati 2 anni per raccimolare i $600 da pagare per aprire l’agenzia. Il Covid rischia di far saltare tutto e di far scomparire una piccola impresa tirata su tra le mille difficoltà.
Le stesse storie arrivano dall’Etiopia, dalla Tanzania, dall’Uganda, dall’India e dall’Ecuador.
Nei Paesi del terzo mondo la pandemia colpisce più che altrove, anche se i numeri di casi rimangono bassi, viene da pensare che siano troppo bassi per esser veri.
Il colpo dato dall’immobilizzazione dell’economia non ha risparmiato nessuno. Anzi, ha puntato dritto a chi appartiene alla fascia medio bassa che non può permettersi il lusso di chiudersi in casa a guardare Netflix ed ingrassare.
Le enormi discrepanze, che non erano poi nascoste a nessuno, hanno in primo luogo fatto venire a galla una prima questione importante. C’è chi può permettersi di rimanere chiuso in casa e chi invece non può perchè quei dollari guadagnati al mercato servono per dare da mangiare a grandi famiglie.
“Se non si muore di virus, si muore di fame”, come una litania persone che non si conoscono tra loro ripetono queste parole terrorizzate di quello che accadrà se tutto il blocco prosegue ancora per qualche settimana.
In questi post vorrei approfondire quanto sta accadendo proprio in questi Paesi di cui non si sente mai parlare in televisione e che, invece, stanno soccombendo vittime di Governi corrotti, in cui non si sono sviluppati piani realistici di aiuto sociale, di sistemi sanitari praticamente inesistenti e che non potrebbero gestire alcun tipo di emergenza sanitaria, facendo, drammaticamente, rassegnare buona parte della popolazione a dover scegliere tra il male minore.
Si sta assistendo alla fuga dei capitali, al crollo dei prezzi ed il turismo che cala a picco, settore su cui molti Paesi in via di sviluppo hanno investito negli ultimi anni che dava lavoro e milioni di persone (in maniera diretta ed indiretta), oggi disoccupate e senza alternative se non attendere e sperare.
Cosa succede in India?
Il subcontinente Indiano è popolato da 1,3 miliardi di persone ed è abitato da ricchissimi e da poverissimi.
Il Primo Ministro Indiano, Narrendra Modi, lo stesso della nuova legge sulla cittadinanza non troppo velatamente anti-musulmana, ha indetto un lockdown di 21 giorni il 24 Marzo 2020, prolungato poi fino al 3 Maggio.
Il decreto sarebbe stato effettivo praticamente nell’immediato, a quattro ore dalla dichiarazione.
L’unica cosa chiesta in quel momento, senza nel mentre fornire alcuna informazione o linea guida sul da farsi e sul come si intendeva procedere, era di affacciarsi dai balconi a suonare campane e battere sulle padelle in supporto degli operatori sanitari.
Chiunque sia stato in India difficilmente può immaginare le strade di Delhi o di Mumbai vuote, le foto dalle megalopoli indiane avevano dell’apocalittico.
Dopo aver cantato dai balconi l’India ha dovuto fare i conti con le discrepanze e le ingiustizie sociali che da sempre la affliggono. Venute a galla tutte insieme.
Dopo aver dichiarato il lockdown nazionale la Ministra delle Finanze propone un piano che avrebbe avuto come fine quello di non far morire di fame la popolazione. Con 5kg di riso, un chilo di legumi e 1500 rupie (18euro) al mese per famiglia, ha ritenuto che poteva evitare il disastro.
Anche ammettendo che sia una soluzione accettabile, e non lo è, questa proposta si sarebbe scontrata con tanti problemi, in particolare quello relativo alla distribuzione di questi beni.
Come far ricevere il denaro a chi non ha un conto in banca? Come fare con i tantissimi senza tetto?
Ad oggi ancora nessuno ha ricevuto gli aiuti promessi. Arrivano però curiosamente pasti preconfezionati con la faccia di Modi stampata sulla busta, aiuti che provengono da un misterioso fondo e che sembrano, più che altro, volti a soddisfare lo smisurato ego del Presidente.
Milioni di lavoratori informali, quindi non in regola e che vivono di lavoretti giornalieri che rendono il sufficiente per tirare avanti e, nella maggior parte dei casi, proveniente da altri Stati del Paese non aveva altra soluzione che mettersi in marcia (a piedi) e cercare di raggiungere il proprio villaggio d’origine.
Molti sono morti lungo il cammino. Questo fino a quando Modi ha deciso di chiudere anche i confini tra gli Stati del Paese. Ammassati e senza cibo le carovane ci hanno provato ugualmente.
Il distanziamento sociale di cui tutti parlano non è una soluzione realistica in un Paese in cui troppa gente vive in piccole case, o camere, con altre 8 o 10 persone e si dorme in più persone in uno stesso letto.
Non nel Paese degli Slum più grandi d’Asia, come per esempio Daravhi di Mumbai in cui vive più di un milione di persone.
I metodi poco ortodossi per far rimanere a casa le persone li abbiamo visti in molti, violenza e manganelli.
Tutti hanno paura del virus ma, più concretamente, hanno paura della fame e della miseria a cui si è costretti in seguito a questo lockdown che permette ai ricchi di chiudersi nelle proprie ville e lascia i poveri in attesa.
Il lockdown nel mentre continua, la curva non sembra appiattirsi, milioni di persone rimangono stipate nelle baraccopoli e bloccate da provvedimenti pensati senza badare a tante categorie (e caste).
Venerdì scorso alcuni negozi e villaggi nelle aree rurali del Paese hanno cominciato a riaprire nella speranza di poter guadagnare qualcosa.
I leader di alcuni Stati sembra prenderanno decisioni diverse da quelle del Governo, altri seguiranno il lockdown fino al 3 Maggio, altri ancora non si pronunciano.
Nel mentre la curva degli infetti invece di diminuire aumenta, il lockdown potrebbe durare più del previsto, il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 26%, contro l’8% pre-virus e se si continua di questo passo, continuerà a salire.
Milioni di persone in India rischiano di patire la fame. Non solo. Il nuovo capro espiatorio è stato trovato. La pandemia ha fornito nuove opportunità ai nazionalisti indù di incolpare i musulmani della diffusione del virus.