Il travel blogging, come tutto il blogging in generale ha un grandissimo merito, quello di dare la possibilità a chi ci crede realmente in un proprio prodotto editoriale di realizzarlo inizialmente a costo zero e la possibilità di farlo ognuno a modo propio.
Questo se gestito in maniera attenta e senza lasciare nulla al caso può portare a un guadagno reale fino al raggiungimento di una indipendenza economica.
La questione però diventa problematica quando si riduce il travel blogging a una mera scrittura di posts (per te e se sei fortunato pure per altri) che già di per sè è una attività che prende tempo o si crede che di questo si possa vivere.
Infatti come diceva la mia professoressa di filosofia come preambolo è importante fare alcuni distinguo.
Facile, veloce e anche gratuito. Ma cosa si cela dietro i “professional travel bloggers“? Ovvero come si può fare di questa attività che pare prevalentemente di diletto una professione vera e propria?
La risposta è una ed univoca, non è semplice come sembra e se aggiungiamo che lo facciamo in italiano le possibilità tanto decantate dai bloggers americani o inglesi purtroppo si riducono drasticamente nel nostro Paese per un limite strutturale che si chiama, lingua italiana.
Ma non semplice non significa impossibile, anzi, possibilissimo a fronte però di alcune considerazioni che devono necessariamente essere tenute sempre in mente.
Una per tutte: Non dare vita al blog se hai come unico obittivo il fare soldi e vivere di questo. Il fallimento è dietro l’angolo!
I tempi saranno lunghi e la mole di lavoro dietro questo post che adesso stai leggendo ha preso ore della mia giornata e svariate ricerche. E’ un lavoro che ripaga zero, al momento.
Sono una blogger di viaggi dal 2011 ma più che dire che sono una professional travel blogger preferisco dire che svolgo consulenze, faccio traduzioni, creo itinerari di viaggio, scrivo per altre testate oltre le mie (di cui, bada bene, alcune pagano ed altre no).
Si vive di blogging se guardiamo a questo prodotto come un mezzo, non si vive di blogging se speriamo che per miracolo i soldi arrivino senza fare alcuno sforzo o se speriamo di vivere di pubblicità.
Una passione che può diventare professione…ma senza la prima non può accadere la seconda. Perchè la strada è lunga e dura e senza credere fermamente in quello che fai o senza provare piacere nel farlo senza avere troppe pretese difficile che in questo mercato estremamente competitivo tu possa farcela, soprattutto se non sei in procinto di fare una esperienza “eccezionale”.
Travel blogger, bella la vita? – Tutto quello che devi sapere
Se sei abituato a lavorare dalle 9 alle 17 e poi spegnere il computer e andare via…preparati, potresti lavorare molto di più del classico orario di ufficio!
Se sogni di avere una settimana lavorativa fatta di quattro ore al giorno, in riva al mare e fare le cose se ti vanno quando ti vanno, allora questa non è la carriera per te.
Se credi che tutto si limiti a scrivere dei posts…oh! Quanto sei lontano dalla realtà! Questa è una parte, importante, ma il lavoro non è fatto di sola scrittura, bisogna rispondere a potenziali inserzionisti, editare foto , video , assemblare materiali promozionali, scrivendo per altri siti, gestire i tuoi social networks, fare ricerche e leggere prima di scrivere su una destinazione su cui vuoi scrivere (l’aver viaggiato molto non ti fa esperto di tutti i Paesi che conosci), leggere altri blog del viaggio, lasciarti ispirare, creare una tua rete di contatti.
Quando sei un blogger di viaggi il lavoro non finisce mai, c’è sempre qualcosa che puoi fare e migliorare. Stai investendo su un qualcosa che non sai quando nè quanto ti produrrà!
Devi scrivere…tanto
Non si può emergere nel campo dei blogs di viaggio a meno che non si producano contenuti frequentemente e di alta qualità.
Se sei veloce nella scrittura allora questo prenderà qualche ora al giorno, a volte un post può prendere giorni!
Se non ami quello che stai facendo questo processo rischia di essere estremamente frustrante!
Un blogger scrive, fotografa, documenta è un artista che racconta delle sue passioni ed è fonte di ispirazione, una grande responsabilità che ti rende onore e che sul lungo periodo potrà portare degli splendidi risultati.
Il tuo reddito pari a zero per un lungo periodo
Lo dico senza troppi giri di parola: dimentica di fare soldi il primo anno di blogging, La maggior parte degli inserzionisti non investono su un blogger o un sito giovane, semplicemente perchè ancora non sei in grado di provare la tua autorità e quindi non sei un investimento credibile.
Ovviamente ci sono le eccezioni alla regola ma per la maggior parte dei bloggers un anno di lavoro è la media. E di fatto poter vivere in continenti come l’Europa, gli Stati Uniti, il Canada o l’Oceania vivere con i soldi che derivano dal blog è piuttosto difficile, da qui il motivo per cui destinazioni più esotiche e meno care sono tra le più battute da buona parte dei più famosi bloggers del mondo.
Uno dei motivi principali per cui così tanti blogger di viaggio vivono a Chiang Mai , in Thailandia è che si può vivere molto bene in questa splendida città a fronte di spese decisamente inferiori rispetto qualsiasi città Europea.
Essere un grande scrittore e essere un grande blogger sono due cose diverse
Un grande blogger non deve essere necessariamente un grande scrittore, scrivere per Internet è diverso da qualsiasi altro tipo di scrittura creativa fatta in precedenza. Devi scrivere avendo come obiettivo il coinvolgimento delle le persone in pochi paragrafi e velocemente, devi dire le cose giuste al momento giusto.
Serve traffico non solo la consapevolezze di saper scrivere bene.
Questo non vuol dire però che la buona scrittura non è apprezzata! Anzi.
Hai bisogno di scrivere bene, devi attirare un gran numero di persone interessate alla tua nicchia (i viaggi a basso costi, o di lusso, o in solitaria, o di coppia e via dicendo)., devi emergere tra i centinaia di blog che trattano i tuoi stessi argomenti e stimolare alla comunicazione.
Il grande blogger è un comunicatore che sa scrivere bene!
Blog tours sono opportunità ma non pagano le spese mensili
I viaggi stampa possono essere sorprendenti, divertenti e una simpatica scusa per scoprire nuove destinazioni.
Ero curiosa si capirne il funzionamento e così ne ho fatto uno, e sebbene non credo questa sia una modalità di viaggio fatta per me, dall’altro lato ne vedo anche i pregi e le grandi possibilità.
Di fatto al momento attuale la maggior parte di blogger che partecipa a questi eventi non viene pagato per prendervene parte (e comunque dovranno scriverne, condividire etc etc…che a casa mia significa comunque lavorare) e nei casi in cui si viene pagati è vero anche che per poter arrivare a fine mese di viaggi stampa se ne dovrebbero fare almeno 8 al mese.
Quindi non solo non si guadagna (in termini meramente e schifosamente economici) ma anzi si perde denaro, perché si perde tempo che potrebbe essere passato a lavorare concretizzando eventuali collaborazioni. E vorrei anche aggiungere che queste esperienze stancano perchè, ditemi quello che volete ma rimango ferma su questa mia idea, essere sempre via e fare 4 giorni qui e poi 4 li…alla lunga perde il suo fascino e non è più divertente oltre che essere fisicamente pesante.
Sebbene ad oggi questi eventi non sono remunerativi abbastanza per vivere di questo dall’altro alto non vuol dire che non pagherà in futuro. Chissà!
Ama il blogging ed i viaggi, no i profitti che ne puoi ricavare
Il tuo amore per i viaggi ha ben poco a che fare con la capacità di avere successo come un blogger di viaggi . Certo le esperienze di viaggio sono importanti, e devi assolutamente farle, ma avere successo come blogger significa raccontare destinazioni, ispirare i propri lettori e amore per la scrittura e le storie. Amare l’atto dello scrivere, del postare, dell’elaborare foto, del condividere le tue esperienze.
Travel Blogging è sia viaggio che blog, un 50% per entrambi.
La maggior parte dei blogger di viaggio di successo è diventata tali semplicemente perché amava il blogging, scrivere ovviamente viaggiare
Quelli che non ci sono riusciti sono le persone che come unico obiettivo avevano di fare soldi mentre in viaggio e hanno pensato che il blogging fosse un modo veloce e semplice per guadagnare a sforzo zero. FAILED!
Tu, tu, tu…tu sei perchè i tuoi lettori, non dimenticarti di loro
I tuoi lettori sono importanti, tu scrivi per loro e loro di te si fidano. Le agenzie di viaggio e gli enti del turismo vogliono lavorare con i blogger perché hanno un pubblico fedele e che si fida.
Loro prima di tutti. Prima dei viaggi regalati o spesati, dei posts sponsorizzati, delle centinaia di euro che puoi raccimolare al mese. Loro sono il tuo bene più prezioso…non dimenticarlo!
Quindi passione o professione?
Il travel blogging deve nascere come passione e tale rimanere, deve essere un mezzo e non un fine. E’ il tuo biglietto da visita, parla per te al mondo e dice molto più di quanto tu non possa immaginare.
La professione che può scaturire dal blogging abbraccia settori in cui sei competente ma che non necessariamente sono correlati al blogging tanto meno al viaggio.
Quindi? Stringendo stringendo…si vive di travel blogging?
Si vive di te e del brand che hai costruito attorno al blogger non attorno al blog. Una passione che apre a nuove ed eccitanti professioni.
Giulia…cosa aggiungere?! un AMEN credo ci stia bene.
Quanta gente ha un’idea completamente sbagliata di questa professione!.
altro che 4 ore alla settimana (ma anche al giorno).
Senza contare che inizialmente ci si deve investire anche soldi (dipende da quanto riesci a gestire la parte piu tecnica di avere un sito).
E le persone che pensano tu viva perennemente in spiaggia.
Appena tornata dall’Asia i due commenti chiave da parte di alcuni parenti stretti:
“Come mai NON sei abbronzata?!!” …
ma l’oscar al miglior commento va a mio fratello: “Ma che cavolo te ne fai del laptop mentre viaggi si puo sapere?.
Cosa aggiungere? come disse Dante, “Non ti curar di loro, ma guarda e passa”.
Bellissimo articolo Giulia! mi ci ritrovo al 1000%!
AMEN! Eheh
No scherzi a parte, la questione è che soprattutto in italiano le fonti sono poche e malandat come in verità i Travel Bloggers, per lo meno come li interpretiamo io e te.
Spesso e volentieri ci si focalizza sulla parole Travel e poco su Blogger, quindi sul progetto editoriale e di comunicazione vince il viaggio visto da fuori come spiaggia, noce di cocco e vita da paura.
Adesso lungi da me il dire che la vita del travel blogger, come piace a noi, non sia realmente bella (perchè che tu viva in Asia ed io in Europa la questione non cambia: siamo esattamente dove vogliamo essere) ma non la faccio neanche semplice.
Quindi questa è una strada che si può intraprendere conoscendone e riconoscendone i pro ed i contro!
CIAO da London!
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Ciao Giulia!
Bel post. Non mi rivedo perché non mi sono ancora una vera Travel Blogger ( nelle mie descrizioni dico sempre che sono una travel blogger per caso) ma sto imparando sempre di più da questa passione/ professione.
Mi piace molto leggere ed ascoltare da chi questa passione ne ha fatto una professione. Speriamo bene.
Bene bene… sto per pubblicare un post che forse potrà interessarti (lo spero!). Troppe cose non dette su questa attività e quelle dette non sono chiare. Spero di poter far chiarezza lentamente :-) CIAO!