Al momento stai visualizzando Il clochard di Via Gregorio VII
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Sono tornata a Roma da ormai una settimana. Sotto il ponte di via Gregorio VII, accanto alla chiesa in una Roma vuota come può solo essere il 15 Agosto, mi colpisce quell’unico essere vivente che seduto su una sedia e circondato da libri si ripara dal sole nel solo spazio ombroso della lunga via.

Ha la barba lunga, è evidentemente un clochard, o vagabondo come poi mi si definirà lui.

Il secondo giorno lui è sempre li, lo sento parlare tedesco. Nel frattempo, mentre parla con una signora in lingua teutonica, saluta con il cenno del capo molti residenti del mio quartiere. Capisco che deve stare li da tanto tempo perchè pare che tutti lo conoscano.
Passano 2, 3,4,5 giorni. Lui è sempre li, stessa sedia, stesso ponte.

gregorio vii
gregorio vii

Mi ricorda i “miei barboni” (come li chiamavo) a cui lasciavo ogni notte, di ritorno dal turno al bar a Piazza Fiume, teglie di pizza, che altrimenti sarebbero state buttate, accompagnate da un bigliettino in cui scrivevo sempre la stessa cosa: buona notte e mi firmavo.
Non ci siamo mai visti, o meglio loro non hanno mai visto me, tornavo sempre a notte fonda quando ormai dormivano da un pezzo.
Quando di giorno andavo a lavoro e passavo accanto a loro, nel frattempo svegli, li guardavo ma loro non sapevano che quella Giulia fossi io.
Una notte di ritorno dal bar, attendeva lì, dove lasciavo sempre la pizza, una bellissima pianta con un cartello enorme dove scrissero il mio nome, Guilia a dire il vero tant’è che capì che non erano italiani, e un grazie.

Lasciai Roma nel 2007 e con me anche loro andarono via, chissà dove, mi chiedo ogni giorno che passo sotto quell’arco che fine abbiano fatto, i miei 5 barboni grassocci e silenziosi.

Ma torniamo al vagabondo che parla tedesco, che mi ha riportata indietro di quasi 10 anni.
I suoi libri. Mi chiedo cosa ci faccia con tutti quei libri. Forse li vende, o forse li legge. Mi domando se sia italiano o meno, anzi visto che parlava tedesco forse circoscrivo la domanda chiedendomi se l’italiano lo parla.

Stamattina appena sveglia penso a lui. Scelgo accuratamente un libro che voglio regalargli. Voglio sapere chi è e dargli un mio contributo, che sia che lo venda o che lo legga, immagino possa essere gradito.

Ha gli occhi azzurri Michele. E’ di Bolzano, ecco perchè il tedesco. Era un dottore, ha lavorato per 20 anni in Congo come medico senza frontiere.
E’ un vagabondo da 10 anni, e nel passato viveva poco distante da dove oggi si siede circondato dai suoi libri. Non sta sempre li, ma la malinconia lo porta ogni tanto dove un tempo aveva casa, moglie e due figli, e su una figlia mi dice “lei è una vagabonda come me, si è sposata un americano e adesso vive li. Non si è mai fermata e adesso vive lontano”.
Gli consegno il mio libro, mi chiede di prenderne uno in cambio, perchè lui quei libri li regala. Non li vende.

Ne prendo uno di barzellette, perchè nonostante il suo sorriso e i suoi occhi blu, mi rattrista vederlo li, seduto sulla sua sedia a ridosso del campetto da calcio che per tanti anni è stato calpestato anche da lui, quando ci andava per divertirsi con gli amici e quando quella chiesa alle sue spalle era ancora un campo.

Gli regalo “In viaggio con Erodoto“, perchè ho sempre creduto che chi per forze di cose si trovi a vivere in quelle condizioni, che non credo possano essere volute, deve necessariamente affrontare un viaggio duro e che non sempre porta con sè a una risalita. Semplicemente tutto cambia. Forse non il più piacevole, ma è pur sempre un viaggio.

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Non giudicate con disprezzo i meno fortunati, i disgraziati e gli sventurati. Un piccolo gesto, un libro, una chiacchiera, riportano queste persone che vivono ai margini, anche se solo per un momento, indietro in quella vita che tutti abbiamo e diamo per scontata e loro hanno avuto e oggi non hanno più.Ma soprattutto, contribuiamo a mantenere intatta la dignità che ogni uomo si merita, anche gli emarginati.

La storia di Michele e perchè oggi vive per strada non te la voglio raccontare io, ma ti invito a chiederla tu se vivi a Roma e passi da queste parti. Se non vivi a Roma, fermati un attimo quando incontri un clochard, e parlagli. Puoi anche chiedere perchè adesso vive così, sono sicura che come Michele ti racconterà come è avvenuto questo cambio drastico nella sua vita.
Non aspettano altro che essere riportati in quel mondo che di loro troppo spesso si dimentica.

Giulia Raciti

Nomade Digitale e free lance dal 2011. Mi occupo di SEO, SEO Copywriting e creazione Siti Web utilizzando Elementor

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