Le email che ricevo sono fonte di grande ispirazione, soprattutto quando noto dei temi che ricorrono e, pertanto, mi trovo a rispondere a tutti sottolineando gli stessi concetti ma utilizzando parole diverse.
Si, forse dovrei fare un bel copia ed incolla, come molti amici mi suggeriscono quando racconto delle mie giornate passate a rispondere a sconosciuti che da me sperano di sentire parole di speranza e barlumi di salvezza o la risposta ai loro dubbi amletici. Ma non ce la faccio.
Ognuno è diverso. Ognuno affronta diverse problematiche e pertanto nel rispetto della persona che si cela dietro quella email, mi armo di buona volontà e rispondo, uno a uno.
Non sono tenera a volte, i miei amici tedeschi dicono che so essere più tedesca di loro, però sono diretta, pochi giri di parole e vado sempre al punto.
Anche con chi mi scrive ponendo una, apparentemente, semplice domanda: voglio cambiare vita all’estero, che ne pensi di ***** (metti Paese a caso, in particolare noto grande richiesta per il Latino America), la mia risposta va ben oltre il mero si/no.
E di questo argomento vorrei trattare, ma prima ci tengo a fare una premessa che ritengo sia doverosa e che, credo, spieghi già in buona parte quale sia la mia personale posizione sul mollare tutto e trasferirsi nei Continenti in cui ho viaggiato, da qui la mia incapacità a dare un responso.
Premessa
Dopo anni in giro e molto tempo in Latino America io ho deciso di tornare in Europa.
Era chiaro da tempo che qui mi sento a casa mia e se devo immaginarmi in un futuro posso solo pensarmi in uno del Vecchio Continente.
Pertanto se mi si chiede una opinione personale, la mia risposta d’istinto sarebbe no, non andare a vivere nè in Costa Rica, nè in Ecuador, nè in Nicaragua.
Quella frase fatta, che per anni ho pronunciato prima di essere li a poterlo fare e rendermi conto che era una bugia che mi raccontavo, per la quale sarei stata felice in riva al mare a gestire un baracchino di succhi di frutta, semplicemente non era per me.
A me che dopo 6 mesi di Caraibi ero annoiata a morte e mi mancava una sana passeggiata nel centro di una città d’arte o una visita a un museo, o 4 salti in un club di Berlino, o la possibilità di prendere un volo low cost e volare in un Paese completamente diverso nel giro di 1 ora e mezza.
Pertanto, se chiedi a me, la mia risposta è: IO non vivrei in nessuno dei Paesi in cui ho viaggiato, se no sarei rimasta.
Ma questo non vuole dire che non li abbia apprezzati o, in alcuni casi, non abbia una voglia incredibile di tornare, nè che, siccome io creda che quelle realtà non facciano per me, non debbano essere ideali anche per gli altri.
Ed è per questo che mi sento di rispondere non dicendo cosa farei io o dove andrei , quanto piuttosto cercando di indirizzare e guidare a una scelta indipendente, consapevole e soprattutto senza aver fretta. Perchè la fretta è la peggior consigliera.
VIAGGIARE non equivale a VIVERE in un posto, ma può dare un’idea
Viaggiare significa vedere il lato turistico, attraente e bello di un posto, senza avere il tempo di capire come funzionano davvero le cose.
L’impraticità e la scomodità dei mezzi di trasporto che mentre viaggi fanno parte dell’avventura, diventano un incubo quando sei costretto a fare quelle tratte perchè non hai alternative.
Lo spirito con cui si affrontano queste situazioni sono completamente differenti, chi viaggia non ha la più pallida idea di cosa significhi vivere e lavorare a Panama o in Nicaragua o in Laos, da qui l’impossibilità di dare un giudizio obiettivo e realistico che vada oltre le bellezza naturali, storico/culturali.
Più che chiedere ai viaggiatori allora sarebbe meglio chiedere agli espatriati che possono essere più onesti e realistici.
Prima di mollare tutto e trasferirti a scatola chiusa, fai un sopralluogo
Lo so, un volo aereo Roma-Panama city costa 600/700 euro andata e ritorno, se poi puntiamo al Sud America i prezzi si alzano ancora di più. Non è un sopralluogo tipo Roma-Londra o Roma-Parigi.
E’ una spesa importante. Ma è altrettanto importante questo cambio drastico che stai pensndo e vorresti mettere in atto.
In base a cosa decidi Messico piuttosto che Panama se non ci sei mai stato? Davvero ti piacerebbe trasferirti senza conoscere il dove? Senza aver avuto quella bella sensazione che si prova quando arrivi in un luogo e provi quel piacevole sentire che ti fa pensare che, sì, quello è il posto giusto?
E’ difficile dare un proprio giudizio, soprattutto per noi che nel fare una scelta del genere dobbiamo considerare anche una progressiva alterazione degli standards e una rivoluzione di abitudini quotidiane che, oggi, diamo per scontate ma che una volta altrove potrebbero non valere più.
Questi Paesi sono bellissimi ma possono essere anche ostici e non sempre facili da digerire.
Si ha a che fare con problemi di sicurezza non indifferenti che sicuramente si percepiscono ancora di più quando vi si vive piuttosto che quando vi si viaggia.
I furti a mano armata capitano e se ne sente parlare quando si viaggia in Centro America, li sai che bisogna sempre essere pronti a tutto e che essere derubati da una persona con una pistola in mano, se non si prendono le giuste precauzioni, può succedere.
Con un cambio di cambio di vita così drastico, deve necessariamente cambiare l’approccio alla nuova realtà socio culturale a cui siamo noi a doverci adeguare e non viceversa.
Accertati che sei disposto ad accettare tutte le conseguenze che ne derivano.
Non esiste giudizio esterno che possa soddisfarti come il tuo personale
Ho tanti amici surfers, e il surf non è solo uno sport ma è una filosofia di vita. Loro vivono perennemente in infradito e per le spiagge.
Così c’è Simone che da 13 anni vive in un villaggio in Costa Rica sulla Peninsula de Nicoya e ha aperto una scuola di surf e guesthouse, oppure c’è Marco che ha aperto un surf camp a Lombok, oppure c’è Luca che lo ha fatto alle Canarie.
Potrei estendere l’esempio ad altre attività.
Un altro Luca, dopo mesi di viaggio ha trovato il suo posto in Ecuador, a Cuenca per l’esattezza, e qui ha aperto un ristorante, dopo anni di gestione di un bar in Italia.
Poi c’è la coppia italiana che innamorata di Isola Holbox, in Messico , ha deciso di aprire una bellissima guesthouse in questa isola che 3 anni fa era ancora poco conosciuta.
Oppure Fabrizio, che dopo anni di viaggi in Kenya ha aperto una splendida guesthouse a Mombasa affrontando anche tutte le difficoltà che ne sono derivate e momenti di sconforto, ma l’amore per quel Paese ha continuato a fargli credere che quello per il momento sia il posto giusto anche se sente già il desiderio di tornare piu spesso in Italia.
Senza parlare degli scuba divers che hanno fatto nascere diving centers nei principali spots per immersioni e sono felici perchè possono dare libero sfogo alla loro grande passione.
Tutte queste persone non si sono lasciate affascinare dalle “prospettive future” ma, principalmente, da un luogo che li ha fatti innamorare al punto da decidere di rimanere ed investire. Ognuno ha trovato il proprio posto, che non è il mio nè il tuo, a prescindere dalle possibilità che possono esserci come forse no.
Ci sono possibilità?
Dipende cosa intendiamo per possibilità.
Se intendiamo tu che vai a Panama a lavorare come cameriere ti consiglio di lasciar perdere e che è meglio mettere da parte i soldi e viaggiare piuttosto che lavorare a stipendi locali. Gli standards sono diversi a quelli a cui siamo abituati e non perchè tu sia europeo in lavori non qualificati ti pagheranno più di un locale, non sarebbe neanche giusto e comunque sarebbe controproducente per loro, non convieni.
Se invece hai denaro da investire allora le cose cambiano.
Chi espatria in questi Paesi lo fa perchè investe, visti i bassi costi per acquistare e di manodopera. Gueshouse, hotels, bars e rstoranti
Se espatri diventi un imprenditore, e lo fai in un posto che da ora in avanti chiamerai casa. Pertanto va bene pensare a dove paghi poche tasse e va benissimo pensare che hai un gruzzoletto e vuoi farlo fruttare, ma tieni sempre in mente cosa ti piacerebbe fare, se no, come in tutte le cose, al primo intoppo verrà a mancare la motivazione e ti pentirai di quanto fatto e la crisi che ti ha fatto lasciare tutto tornerà elevata all’ennesima potenza.
Se vuoi lavorare per viaggiare le cose cambiano ulteriormente e rimando a questo post per una serie di idee.
Tu cosa vuoi?
La vera risposta alla tua domanda deve venire da te e dai tuoi personali interessi. Se ti piace vivere in un posto che ti offra cinema, vita culturale, negozi, possibilità di muoverti velocemente, eventi, allora un’isola piccolissima nel cuore dei Caraibi non è la risposta. Così come non lo è la costa Panamense o il villaggio di surfers in Costa Rica.
La vita è fatta di lavoro e gratificazioni che da questo derivano ma anche da un benestare che sia vicino al tuo sentire, che è diverso da quello di qualcun altro.
Conclusione
Il discorso gira che ti rigira è sempre lo stesso ed è uno.
Le storie di chi è riuscito a cambiare vita affascinano e danno coraggio, ed è questo il senso del farle conoscere, ma non è detto che siano da replicare perchè per loro ha funzionato.
Vivere in Continenti differenti porta con sè delle problematiche che troppe volte si tende a sottovalutare.
Violenza (in alcuni Paesi) come anche differenze culturali, prendi l’approssimazione latina o i tempi lenti a cui noi non siamo più abituati, la gestione di personale locale che non è poi così impeccabile e con cui la mentalità occidentale deve scontrarsi in molte occasioni, sono realtà con cui bisogna fare i conti spesso e volentieri.
A volte è dura, si parlano lingue diverse e ci si sente spesse volte vicini al desiderio di mollare tutto, e poco importa quanto carini e affettuosi siano i locali, come mi ha fatto notare una ragazza in seguito a un post scritto sul Guatemala. Lei non ce l’ha fatta a rimanere anche se oggi le manca moltissimo questo splendido Paese e la sua gente. Sono altri mondi dove l’approccio più sbagliato è quello di arrivare con la mentalità occidentale che vuole tutto veloce, impeccabile e subito.
Prenditi il tuo tempo, vai per un pò di tempo dove credi che puoi mettere in atto questa svolta, capisci se ti senti a tuo agio, se ti senti bene come se fosse casa tua. Non esistono classifiche online che decideranno per te.
Solo una forte motivazione potrà tenerci fermi in un posto, e questo luogo deve essere scelto accuratamente e non in base al sentito dire.
Una rondine non fa primavera.
Ah Giulia, quanto amo leggerti, in speciale modo ora che sono tornata da Parigi e capisco perfettamente quando parli della vocina che senti sussurrare all’orecchio “questo é il posto giusto”. Sembra ridicolo ci son stata solo un paio di giorni, ma girarla da sola me l’ha fatta sentire mia. La domanda é proprio quella che hai scritto tu “cosa voglio?”.. Quello che voglio lo so, adesso sta tutto nel capire.dove andarlo a pescare.. :p
Leggerti fa riflettere…